“Nero a Metà” è una vera svolta, un disco che segna un prima e un dopo non soltanto nella canzone italiana ma anche nella cronaca di quel decennio.
La sua importanza va aldilà delle tracce musicali: dopo quel disco il linguaggio, lo stile, la musica meticcia che quel ragazzo napoletano aveva inventato quasi inconsapevolmente diventano un “sentire comune” un patrimonio nazionale e persino una moda.
Il mondo poetico di Pino Daniele è appassionatamente partenopeo e allo stesso tempo universale, come i grandi del fado, della bossa nova o del blues, e diventa un riferimento obbligato per una generazione di giovani musicisti che colgono la cura stilistica dietro canzoni, anche in quelle apparentemente semplici ma mai banali.